giovedì 7 febbraio 2019

Rita Pacilio - Prima di andare - Recensione di Mariano Ciarletta.





Il testamento simbolico e spirituale è per l’umanità intera: il dialogo interno, momento di ascolto delle crisi dell’esistenza, controlla gli stati d’animo replicando le gioie del passato, i pensieri automatici e gli errori senza commiserazione o distorsioni autolesionistiche e costruisce valutazioni adeguate che facilitano il processo di rielaborazione

Il frammento sopra riportato, preso dalla silloge Prima di Andare scritta dalla poetessa Rita Pacilio e edita dalla casa editrice La Vita Felice, riassume chiaramente ciò che il lettore incontrerà nelle cinque lettere d’amore e nelle trentanove poesie che compongono la raccolta: la consapevolezza degli eventi. Ho avuto il privilegio di conoscere personalmente Rita Pacilio e di leggere numerosi suoi testi pubblicati su riviste specializzate per quanto concerne la poesia. Non avevo però, prima di allora, letto una sua raccolta completa e l’incontro con la sua scrittura, altamente formativo e soddisfacente, mi ha permesso di costatare oltre la bravura, la versatilità di quest’artista che, con disinvoltura, passa dalla poesia alla prosa rinnovando ogni volta un filo rosso conduttore che, pagina dopo pagina, si arricchisce di nuovi temi. Così inizia il percorso della Pacilio quando lei stessa afferma di non voler dimenticare il suo sentiero di vita: Non ignorerò l’ardore di chi siamo stati/ sarò vigile ogni sera/quando le peonie sfioriranno. Emerge, dunque, il pesante conto della clessidra a cui si oppone, ancora una volta, l’esserci dell’autrice e il suo affrontare il domani: Mi allungherò/ fresca d’amore sotto al soffitto/ di domani. Qui subentra la presa di coscienza, quel comprendere di cosa realmente è fatto l’essere umano, un pensiero personale e altamente condivisibile che la Pacilio vuole lasciarci con i suoi versi e che, da quanto si legge, è stato tramandato da qualcuno a lei vicino: Minuscola parte di un niente – dicevi/ siamo l’illusione dentro questa vita infinitesima/ - un’incognita, un’equazione o una frazione/ un rovesciamento materico -. E se questo non basta, possiamo rifarci anche alla caducità degli eventi della vita: A volte la vita è un sottile moscerino/poggiato sul tronco resinifero/nell’ora in cui gli uccelli regolano il tempo. E ancora: Capiterà a tutti di essere una boa/in mezzo al mare, una boa/ dalla forma di pesce supino/dalla voce umana con braccia di violino. Arrivando poi al valore dei ricordi, il loro radicarsi e allo stesso tempo il loro essere “senza casa”: La memoria è un’ombra estesa/un disegno per recuperare la vita/ rimasta indietro, /la tradizione,/ogni cosa omessa. Dopo la “terza lettera” che ho letto con grande emozione e che tratta un evento doloroso della vita dell’autrice inizia, però, il suo “riaffiorare” un termine che, se analizzato con perizia, dimostra la volontà di rimanere a galla, di sopravvivere, forse in una fase di stasi? Un assistere coraggiosamente alle stagioni della vita? Così leggiamo: Si mantengono gli autunni passeggeri/ gli sforzi pericolosi e senza amore/fatti di capigliature arrangiate/giovinezze spettinate,/sognanti e rossicce. Ma, nonostante il dolore e il procedere, come ben sostiene la Pacilio, ognuno di noi sarà sempre portato a tornare al passato proprio per “amare le immagini rimaste”: Torniamo spesso nelle cose passate/come si fa con i sogni taciuti/ un planare basso sulla terra/ per amare le immagini rimaste.

Recensione di Mariano Ciarletta


Capiterà a tutti di essere una boa
in mezzo al mare, una boa
dalla forma di pesce supino
dalla voce umana con braccia di violino

al posto delle branchie l’anima
spugna polposa e fili d’erba i capelli.

Si diventa così quando si va via

un nome senza nome
rimasto tra le palpebre e la mente
giovinezze disperse in un altro viaggio.
Quando anche le viscere svuoteranno

residui della traversata
resteranno bucce vuote
involucri rancidi, mezzi sorrisi,
il seno ormeggiato.

Questo siamo quando lasciamo
una casa, un fiore, chi abbiamo amato.
Capiterà a tutti di essere una boa

in mezzo al mare, pesci, uccelli dal ventre tremante.


Rita Pacilio, Prima di Andare, La Vita Felice, Milano 2016.


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